Recensione di Alessandro Cammarano su Opera Click
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Come una fenice, dalle ceneri de I Turchini rinasce all’inizio di quest’anno la Cappella Neapolitana, con alla testa Antonio Florio, che dei Turchini fu fondatore, seguito da tutti i componenti della vecchia formazione. L’esordio discografico, sotto l’etichetta spagnolaGlossa, non poteva essere più fortunato. La missione di Florio è, dal 1987, quella di riportare alla luce ed all’ascolto, dopo un lavoro meticoloso di ricostruzione, una cospicua parte della sterminata produzione musicale del Barocco napoletano. Da Latilla a Vinci, da Boerio ad Anfossi, la ricerca nei vasti fondi di quelle che furono le biblioteche di Napoli, soprattutto in quella dei Gerolimini, ha dato negli anni frutti splendidi ed inaspettate sorprese. La Passione secondo Giovanni, composta da Giovanni Veneziano intorno al 1685, coevo di Alessandro Scarlatti, che sostituì come Maestro della Cappella Reale, ci si rivela come pagina di grande spiritualità che tuttavia presenta una straordinario afflato teatrale. Gli interventi di Cristo e di Pilato, rispettivamente tenore e basso sono concisi ed al contempo vibranti di soluzioni ritmiche che sembrano preludere alla musica che verrà nei decenni successivi. Amplissimo è invece il ruolo dell’Evangelista, fatto di ariosistranianti, ora incentrati su linee melodiche impalpabili ora animati da dinamiche stringenti, sui quali si incardina una narrazione di grande drammaticità. Nell’orchestra spicca un basso continuo chiamato non solo a sostenere, ma anche a proporre soluzioni contrappuntistiche di assoluta originalità. L’esecuzione della Cappella Neapolitana scava a fondo nella partitura e la fa propria, rendendola all’ascolto in tutta la sua dirompente drammaticità, senza al contempo trascurare il lato elegiaco che a tratti in essa emerge. La direzione di Florio, tesa, giustamente nervosa ove necessario, pone in luce il contrasto fra tradizione e ricerca che è tratto distintivo della produzione di Veneziano. Scarti di metronomo che danno vita ad agogiche stringenti e tempi tesi, ma mai convulsi, rendono vivo e vitalissimo il racconto della Passione, il tutto tenendo sempre ben dritta la barra di una lettura ariosa e dalle sonorità filigranate. Ottime le prove dei tre solisti, a cominciare da quella di Raffaele Pe, controtenore dal timbro seducente e sicuro nell’intonazione. Il suo Evangelista vibra di una gamma di colori ricca, che si articola in un fraseggio sempre convincente. Luca Cervoni presta la sua voce, di bel cristallo, ad un Crihristus veemente nei toni eppure perfettamente conscio del sacrificio che è chiamato a compiere. Molto buono il Pilatus tra il violento ed il timoroso cheMarco Bussi, forte di una vocalità duttile, plasma con intelligenza. Figurano bene, a completamento dei solisti, Renato Dolcini come Simon Petrus e Servus I, e Valentina Argentieri, Ancilla e Servus II. Maiuscola la prova del Ghislieri Choir, diretto da Giulio Prandi. Di notevole qualità la registrazione, ben equilibrata nei rapporti tra voci e strumenti, ed esauriente il libretto in quattro lingue allegato al CD. Alessandro Cammarano